“Al momento sono molto impegnato per conto di Monsieur Marbois, senza che per altro lui lo sappia, e devo riconoscergli, ed essergli per questo obbligato in maniera del tutto inaspettata, di avermi fatto conoscere il mio paese molto meglio di quanto non lo avessi conosciuto prima”.
In una lettera del 30 novembre 1781, l’allora governatore della Virginia, Thomas Jefferson, spiegava come, con grande alacrità, stesse lavorando a quello che sarebbe rimasto il suo unico libro: le Note sullo stato della Virginia.
Scritte durante una fase molto critica della Guerra d’Indipendenza, mentre era in atto l’invasione dello stato ad opera delle truppe britanniche guidate da Lord Cornwallis, le Note nacquero per soddisfare le richieste formulate dal segretario della legazione francese negli Stati Uniti, François Barbé-Marbois, offrendo una meticolosa descrizione della geografia, della flora, della fauna, delle risorse e delle istituzioni della Virginia. Jefferson, però, si spinse oltre, arricchendo la lista degli argomenti posti all’attenzione del lettore europeo ed esponendo le proprie idee su molti temi politici, scientifici e filosofici caratteristici del secondo Settecento, dalla natura del genere umano alla questione della schiavitù, dalla libertà religiosa al carattere che avrebbero dovuto assumere le istituzioni della nuova repubblica.
Le Note sullo stato della Virginia, che qui presentiamo nella prima traduzione italiana integrale, sono un testo imprescindibile per comprendere la natura della società degli Stati Uniti d’America, ma anche per conoscere la complessa, spesso contraddittoria figura di Thomas Jefferson, uno dei maggiori artefici del grande “esperimento” americano.
Traduzione e cura di Pierangelo Castagneto
Prefazione di Andrew J. O’Shaughnessy