Apprezzato incisore dei sigilli di Sua Maestà, erede di una famiglia tradizionalmente impegnata nella medesima attività, il piemontese della Valle Anzasca Antonio Maria Stagnone (o Stagnon, 1751-1805) è ricordato per due opere di eccezionale rilievo nella storia della stampa sabauda del Settecento: la celebre Recueil général des modes d’habillements des femmes des États de Sa Majesté le Roi de Sardaigne dessiné et gravé par Ant.e M.e Stagnon gvraveur de sceaux du Roy (Turin, Stagnon-Reycends, 1780), dedicata agli abiti femminili degli Stati Sardi, inizialmente prevista in tre volumi, ma rimasta ferma al primo (comunque ripubblicato, con venti tavole in più, nel 1787) e, soprattutto, l’État général des uniformes des troupes de S.M. le Roy de Sardaigne, dessiné et grave par Ant.e M.e Stagnon graveur de sceaux du Roy (Turin, Stagnon, 1789), riproposto, in una preziosa edizione anastatica, basata sull’esemplare della Biblioteca Nazionale di Torino, con annesso libro introduttivo, a cura del Consiglio Regionale del Piemonte, nel 2011, dall’Artistica Editrice di Savigliano, con saggi di Franca Porticelli, Patrizia Delpiano ed Enrico Ricchiardi.
Nel cruciale 1789, Stagnon si cimenta dunque in questa “opera d’intaglio illuminato” (come recita il decreto di Vittorio Amedeo III) “sur les Uniformes des Troupes de Votre Majesté” e il risultato è memorabile. La raccolta ha richiesto un grande sforzo dal punto di vista esecutivo ed economico, ben superiore ai ricavi.
Composta da 88 tavole, di cui 84 per uniformi – figure a bulino colorate, con dedicatoria sempre a bulino –, è incentrata sulle divise della fanteria dell’esercito di Sua Maestà il re di Sardegna: ufficiali, dallo stato maggiore ai caporali, e soldati. Il progetto iniziale era più ambizioso, come spesso accadeva, e prevedeva un ulteriore tomo dedicato alle uniformi della cavalleria e dei dragoni. In qualche modo il volume fu pubblicato, ma senza le virtù e i costi del primo, nel 1795.
La dedica dell’État général des uniformes a Vittorio Amedeo III valga anche come riconoscimento al sovrano che riorganizza l’esercito sabaudo, aumenta le spese militari e, per quanto di nostro interesse, impone una serie di riforme che riguardano proprio le uniformi.
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