Dobbiamo aspettare il 1579 perché un inglese, Benjamin Sympson, si dedichi interamente ai caratteri di stampa, interrompendo così una tradizione che – come in generale per tutto il mondo del libro – vede l’Inghilterra dipendere dall’estero (in questo caso, dall’Olanda). Tuttavia, è solo nel Settecento che la tipografia inglese riesce a distinguersi in questo campo e, se la qualità complessiva della produzione fino ad allora non aveva certo brillato, adesso, nel Settecento, grazie anche alla definizione di un nuovo stile nella progettazione del font, si ha, finalmente, un “riscatto” inglese in piena regola.
Oltre a Cottrell di Oxford, Watson di Edimburgo, Moore di Bristol (che, fino al 1776, aveva lavorato nella fonderia di Joseph Fry e William Pine, primo tipografo della Bristol Gazette), e naturalmente John Baskerville di Birmingham, il più elegante disegnatore di caratteri della sua epoca (forse anche perchè arrivò al mestiere attraverso la calligrafia, della quale fu docente nel periodo 1733-1737), autore di opere imprescindibili, come il Virgilio del 1757, va soprattutto ricordato William Caslon.
Nato il 13 aprile 1693, da Mary e George Casselon, Caslon inizia a lavorare nel 1706, andando a far pratica per sette anni da Edward Cookes, un loriner (produttore e venditore di parti metalliche per cavalli, tipo briglie e redini). Continua presso di lui come operaio qualificato fino al 1716. Poi, inizia un’attività con un incisore, in Vine Street. Nel giugno 1717, viene ammesso alla freedom of the City of London tramite un apprendistato presso la Company of Loriners. Nel 1719, è invitato dalla Società per la Propagazione della Cultura Cristiana a realizzare un carattere arabo per un Nuovo Testamento destinato ai missionari in Medio Oriente. Da qui nasce la sua fortuna, che lo porterà a lavorare anche per la stamperia reale.
Lo straordinario font “arabic” è completato tra 1723 e 1724. Nel 1725 viene pubblicato il Salterio con font arabo, stampato da Samuel Palmer. L’anno seguente il suo carattere ebraico appare in un’edizione di John Selden, opera di David Wilkins. Nel 1727, esce il Nuovo Testamento, con caratteri “english arabic”, presso Samuel Palmer. Nel 1725, Caslon aveva intanto aperto una sua fonderia in Helmet Row, Old Street, finanziata da William Bowyer, John Watts e James Bettenham. Tra i suoi collaboratori di questi anni, ricordiamo figure importanti: Joseph Halfhide, che in seguito avvierà un’attività di incisore in Vine Street e che fu suo apprendista; il figlio William Caslon II, che nel 1742 entrerà in società (e il nome muta in “William Caslon & Son”); Thomas Cottrell, morto nel 1785, apprendista nel 1749; Joseph Jackson, altro celebre apprendista, noto soprattutto per il font “english roman”, realizzato nel 1789 per la Bibbia di Macklin’s; William Caslon III, che visse in prima persona numerose traversie societarie, fino a ricominciare nel vecchio quartiere di Dorset Street. Il 23 gennaio 1766, Caslon muore presso la sua casa di campagna a Bethnal Green.
L’opera di Caslon ha segnato non solo la storia della tipografia inglese, ma anche l’estetica del proprio tempo. Nella prefazione alla sua edizione del Paradise Lost di Milton, Baskerville paga un tributo al genio del collega, ma il massimo estimatore di Caslon resterà sempre Benjamin Franklin, che fece stampare a Baltimora, da Mary Katherine Goddard, le copie autenticate della Dichiarazione di Indipendenza proprio in font Caslon.
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